Il riso è un grande classico della cucina italiana. La storia del riso nel nostro paese risale a molti secoli fa: sebbene sia un cereale di origine orientale, fin dall’antichità era conosciuto anche nella nostra penisola.
Il riso in Italia, dunque, è a buon diritto fra gli ingredienti della cucina tradizionale: le prime testimonianza della coltivazione di questo cereale nella penisola italiana risalgono al 1468, epoca in cui sarebbe stata inaugurata la prima risaia italiana sotto la Signoria dei Medici. Altre testimonianze fanno riferimento a una lettera del 1475 di Galeazzo Maria Sforza, nella quale veniva promesso l’invio di riso al duca di Ferrara.
Senza dubbio con la diffusione della coltivazione del riso della pianura padana, questo cereale divenne sempre più popolare ed entrò nelle abitudini culinarie locali.
Attualmente il riso in Italia ricopre una produzione molto importante, tanto che il nostro paese risulta essere il primo produttore ed esportatore europeo.
L’origine del riso condiziona anche la produzione1: non a caso, infatti, i primi otto produttori al mondo sono asiatici (Cina, India, Indonesia, Bangladesh, Vietnam, Birmania, Thailandia, Filippine), seguiti da Brasile, Pakistan e Stati Uniti d’America.
L’Italia si trova al 31° posto al mondo, preceduta da altri paesi dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa, confermandosi però al primo posto assoluto in Europa: tra gli altri paesi europei compaiono in 39° posizione della Spagna e in 61° posizione la Grecia.
I dati sull’export confermano che oltre il 50% delle esportazioni giungono proprio dal nostro paese. Significativo anche il fatto che persino la Cina importi riso da risotti dall’Italia: infatti, secondo i dati di Confagricoltura, per quanto la produzione mondiale cinese sia la prima al mondo, in quell’area del mondo non sono presenti varietà da risotto, tanto che nel 2019 ci sarebbero state importazioni cinesi per circa 66 tonnellate di riso.
Se, dunque, la produzione italiana si conferma per la sua importanza soprattutto in termini di eccellenza, è utile capire qual è l’interesse degli italiani verso questo prodotto e quanto ne consumano.
Recentemente il convegno “L’unicità del riso italiano: nuovi trend di consumo e comunicazione”2, tenutosi all’interno della 54° Fiera del Riso di Isola della Scala (Verona), ha preso in esame le tendenze alimentari e gli stili di vita degli italiani, anche grazie a una ricerca di mercato di AstraRicerche.
I dati riportati hanno rivelato che gli italiani (circa il 68%) sono convinti che, con la crescita della popolazione mondiale, il ruolo del riso sarà sempre più importante. Inoltre, di fianco a questa tendenza, intravedono la possibilità di una sempre maggiore diffusione di tecniche di produzione sostenibile, anche grazie alle varietà di riso che sono in grado di resistere alla siccità e agli eventi atmosferici estremi, come affermato dal 57,7% degli intervistati.
Sempre secondo i dati di questa ricerca, si rileva come il consumo di riso in Italia è ampiamente diffuso in tutte le regioni geografiche, prevalentemente tra le donne e meno frequentemente tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni.
Tuttavia, negli ultimi anni, oltre il 46% degli intervistati ha confermato di aver incrementato il proprio consumo di riso, soprattutto nelle regioni del Centro e nel Sud e tra i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni, che stanno colmando il divario con gli adulti più anziani.
La riduzione nel consumo di riso interesserebbe solo una piccola percentuale della popolazione, consistente in meno del 9%. Inoltre, oltre il 40% degli intervistati avrebbe affermato di voler aumentare il proprio consumo di questo cereale, a fronte di una percentuale di meno del 5% che vorrebbe diminuirne la quantità consumata o la frequenza di consumo.
Un dato per certi versi sorprendente riguarda la conoscenza degli italiani relativamente alle varietà di riso. Infatti, il riso Basmati sarebbe quello a cui gli italiani pensano per primo quando vengono interrogati a tale proposito. Ciò stupisce proprio in relazione al fatto che non si tratta di una varietà italiana. Peraltro, ciò potrebbe essere giustificato dalla grande diffusione di piatti nei quali viene abbondantemente utilizzato questo ingrediente.
Le altre varietà più conosciute sono, invece, due tipi di riso tipici italiani, ovvero l’Arborio e il Carnaroli, seguito dal riso Venere.
In genere, le persone che hanno una maggiore conoscenza delle varietà di riso sono le donne e gli adulti sopra i 35 anni. Le aree geografiche non hanno invece una grande influenza sulla conoscenza di tali varietà, se si esclude il Vialone Nano, conosciuto prevalentemente nell’area del Triveneto.
Per quanto riguarda, invece, la conoscenza della storia del riso da parte degli italiani, ben il 73,6% degli intervistati ha dimostrato di sapere che questo cereale ha una origine molto antica e che è stato consumato fin dalla preistoria. Tuttavia, solo metà degli intervistati si è mostrato consapevole del fatto che l’Italia ha un ruolo predominante in Europa come produttore e come esportatore.
Le abitudini e gli stili alimentari si scoprono anche attraverso le associazioni che gli intervistati hanno proposto nel momento in cui gli è stato chiesto quali piatti abbinano all’uso del riso.
Tuttavia, se chiediamo di indicare un solo piatto di riso, scopriamo che il risotto è il grande vincitore, indicato dal 59,4% degli italiani, soprattutto dopo i 35 anni di età.
Società italiana appartenente interamente al Gruppo Spagnolo Ebro Foods, primo gruppo agroalimentare in Spagna, leader mondiale nel settore riso e secondo nel settore pasta, vanta una gamma di oltre 60 marchi distribuiti in tutto il mondo.
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