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Riso e cambiamento climatico: strategie per una produzione risicola resiliente

mundiriso risicoltura resiliente

Oggi si sente sempre più frequentemente parlare di risicoltura resiliente all’interno delle strategie che tentano di contrastare le difficoltà portate all’agricoltura dal cambiamento climatico.

Il riso è un alimento fondamentale per oltre metà della popolazione mondiale: negli ultimi anni si stanno raggiungendo cifre da record per quanto riguarda i consumi. Tuttavia, a fronte di una crescente domanda, la produzione spesso non è sufficiente.

Le motivazioni sono numerose e diversificate a seconda dell’area del pianeta: ciò che, però, interessa, seppure in modo diverso, la produzione agricola è il cambiamento climatico.

Negli ultimi anni si ha avuta un’accelerazione nell’evoluzione del clima rispetto a ciò che i modelli teorici avevano previsto, con conseguenze importanti: le variazioni climatiche, tra cui l’aumento delle temperature, l’innalzamento del livello del mare, le inondazioni più frequenti e le siccità prolungate, minacciano l’agricoltura mondiale e in particolare la produzione di riso, mettendo a rischio la sicurezza alimentare di miliardi di persone.

Effetti del cambiamento climatico sulla produzione di riso

Nonostante il riso cresca in un’ampia varietà di ambienti, è particolarmente sensibile alle condizioni atmosferiche e ai cambiamenti di temperatura. In molte regioni del mondo, gli effetti del cambiamento climatico sono già visibili e hanno avuto un impatto tangibile sulla produzione di riso. L’aumento delle temperature medie globali, per esempio, può accelerare la crescita del riso: sebbene possa sembrare un effetto positivo, in realtà è controproducente, in quanto riduce il periodo di maturazione e di conseguenza la resa.

Inoltre, le inondazioni e l’innalzamento del livello del mare, fenomeni strettamente correlati al cambiamento climatico, possono sommergere le risaie, distruggendo le colture e rendendo i terreni inutilizzabili.

Anche la siccità è una minaccia crescente: l’acqua è una risorsa fondamentale per la coltivazione del riso e la sua mancanza può compromettere seriamente la produzione. Negli ultimi anni questo è parso evidente anche in aree in cui storicamente non è mai stato un problema, come per esempio in Piemonte.

Infine, l’incremento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, se da un lato può favorire la crescita delle piante attraverso l’effetto fertilizzante, dall’altro potrebbe alterare la qualità nutrizionale del riso, con un potenziale impatto sulla salute umana.

In questo quadro, la sfida è quella di riuscire a contrastare le difficoltà climatiche investendo su politiche agricole che riescano a salvaguardare le produzioni e sostenere le aziende, per permettere una produzione sufficiente al fabbisogno alimentare.

Se la politica fin da subito si deve impegnare in misure che aiutino a proteggere il pianeta, non di meno deve lavorare alacremente per favorire una agricoltura resiliente.

Che cosa si intende per agricoltura resiliente

 Con espressione agricoltura resiliente, che riguarda anche la risicoltura, si fa riferimento alla capacità di un sistema agricolo di affrontare le situazioni critiche e di continuare a funzionare in modo produttivo, anche di fronte a cambiamenti significativi. Questo può includere non solo il cambiamento climatico ma una vasta gamma di criticità, come malattie delle piante, cambiamenti nel mercato o pressioni sociali ed economiche.

L’agricoltura resiliente è particolarmente importante nell’era del cambiamento climatico, poiché l’accelerazione di questo fenomeno oramai inarrestabile provoca conseguenze sempre più imprevedibili e estreme. Le strategie per aumentare la resilienza possono includere l’adozione di colture più resistenti, l’uso di pratiche agricole sostenibili, la diversificazione delle colture, l’innovazione tecnologica e l’apprendimento continuo.

L’utilizzo di colture e varietà di riso più resistenti

Una delle risposte della risicoltura resiliente riguarda l’adozione di varietà di riso che sono naturalmente in grado di tollerare condizioni di stress come la siccità, temperature estreme, salinità del suolo o malattie.

Queste varietà resistenti possono derivare sia da antiche tipologie di riso che, sebbene meno produttive in condizioni ottimali, hanno dimostrato nel tempo una maggiore capacità di adattamento, sia da nuove varietà sviluppate attraverso tecniche di miglioramento genetico.

L’utilizzo di varietà diverse aumenta la biodiversità dell’ecosistema, caratteristica fondamentale per la resilienza di un sistema agricolo. Al contrario, la coltivazione intensiva di una singola varietà può portare a una maggiore vulnerabilità delle colture a malattie e parassiti, in particolare in un contesto di cambiamenti climatici. Questa diversità varietale, inoltre, permette una maggiore flessibilità nel rispondere a nuove sfide poste dal cambiamento climatico, come l’emergere di nuove malattie o l’adattamento a nuove condizioni climatiche.

Questo approccio si inserisce in un quadro più ampio di agricoltura biologica e sostenibile, che vede nella diversità varietale e nell’adozione di pratiche rispettose dell’ambiente strumenti fondamentali per garantire produzioni alimentari sufficienti e nutrizionalmente adeguate, senza compromettere la salute del suolo e degli ecosistemi. Nel caso specifico della risicoltura, la scelta di varietà resistenti può ridurre la necessità di utilizzo di pesticidi e fungicidi, con benefici sia per l’ambiente che per la qualità del prodotto finale.

La resilienza attraverso l'agroecologia e le pratiche agricole sostenibili

L’agroecologia è una pratica che si concentra sullo sviluppo di sistemi agricoli sostenibili e resilienti, preservando al contempo la biodiversità e promuovendo l’equità sociale. Nel contesto del cambiamento climatico e della risicoltura, l’agroecologia rappresenta una strategia chiave per promuovere la resilienza.

In questo approccio, ogni aspetto della produzione è preso in considerazione in senso globale, ovvero a partire dalla gestione del suolo, dall’uso efficiente dell’acqua, dalla conservazione della biodiversità e dal rispetto per le tradizioni e conoscenze locali. Queste pratiche valorizzano la diversità genetica del riso sotto ogni punto di vista, permettendo di sfruttare le naturali capacità di adattamento di diverse varietà di riso alle condizioni climatiche mutevoli.

Tra le tecniche agroecologiche di particolare interesse vi sono la rotazione delle colture, l’uso di fertilizzanti organici e le tecniche di irrigazione efficienti per risparmiare acqua. Sebbene da una parte possa sembrare un ritorno al passato, oggi la possibilità di utilizzare strumenti tecnologici e macchinari più avanzati rispetto a un tempo permette di ottimizzare la metodologia produttiva, rendendo i sistemi risicoli più robusti in risposta alle sfide del cambiamento climatico.