Negli ultimi tempi, la sostenibilità è diventata una necessità vitale e ha coinvolto anche l’attività delle aziende risicole e i loro metodi di produzione.
Il riso, uno degli alimenti più consumati al mondo e fondamentale nella dieta di miliardi di persone, rappresenta una fetta significativa del mercato alimentare globale. Ma non si tratta solo di come viene coltivato il riso: anche il modo in cui viene confezionato, distribuito e venduto ha un impatto enorme sull’ambiente.
Le aziende del settore, consapevoli delle sfide ambientali e delle crescenti aspettative dei consumatori, si trovano a dover affrontare la questione del packaging, cercando soluzioni che siano non solo funzionali, ma anche rispettose dell’ambiente.
La produzione di riso, che rappresenta uno dei pilastri dell’industria alimentare, genera una importante quantità di prodotto e, di conseguenza, anche un’enorme quantità di packaging. Tradizionalmente, nel B2B i materiali utilizzati per il confezionamento vengono scelti pensando principalmente alla durata, all’efficienza e al risparmio economico, mentre per le aziende che vendono al dettaglio si aggiungono anche strategie di marketing. Di conseguenza, plastica, polistirolo e altri derivati del petrolio hanno dominato il panorama del confezionamento per decenni.
Tuttavia, ciò ha avuto notevoli conseguenze: la produzione di plastica e di altri materiali sintetici richiede grandi quantità di risorse e di energie e rilascia una considerevole quantità di emissioni di carbonio nell’atmosfera. Ma il vero problema arriva alla fine del ciclo di vita del prodotto. Una volta che il riso è stato consumato, il packaging spesso finisce in discariche o, peggio ancora, nelle acque, che vengono convogliate negli oceani. Si stima che ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscano, appunti, negli oceani, danneggiando la vita marina ed entrando nella catena alimentare.
Oramai è risaputo che l’utilizzo delle plastiche ha anche un impatto diretto sulla biodiversità. Oggi per evitare che alcune specie animali vengano seriamente minacciate si stanno introducendo delle politiche di riduzione del consumo della plastica: in Italia, per esempio, dal 2022 è vietato l’utilizzo di plastica monouso, come cannucce, piatti, bicchieri, etc.
Inoltre, la Commissione Europea ha ratificato a fine 2022 delle linee guida riguardo la diminuzione degli scarti d’imballaggio, con l’obiettivo della rifunzionalizzazione. L’obbiettivo è che entro il 2030, in coerenza con l’agenda ecologica europea, tutti i packaging siano riciclabili.
Tre sono i punti fondamentali:
Nei prossimi mesi l’utilizzo di packaging sostenibile potrebbe non essere una scelta, ma un obbligo di legge. Tuttavia, oltre all’obiettivo di essere aderenti alle normative di legge, l’adozione fin da ora di politiche sostenibili nel settore del confezionamento può avere anche altri benefici.
Mentre la domanda di soluzioni di packaging più sostenibili cresce, l’industria risponde con innovazione e creatività. La transizione dai materiali sintetici tradizionali a quelli che possono decomporsi naturalmente è un passo significativo verso un futuro più verde. Materie prime come l’amido di mais, la cellulosa e persino funghi e alghe stanno diventando le basi di nuovi tipi di packaging biodegradabile.
Tuttavia, è bene capire qual è la differenza tra packaging compostabile, biodegradabile e riciclabile.
Uno dei punti chiave nella produzione di packaging sostenibili prevede la riduzione della plastica: le aziende stanno esplorando alternative come il vetro, il cartone e il metallo oppure stanno adottando plastiche riciclate o di origine vegetale. Questo riduce non solo la quantità di nuova plastica prodotta, ma incoraggia anche una cultura del riciclo e del riutilizzo.
Inoltre, si stanno pensando campagne che riducano l’uso di packaging: stanno nascendo così design più semplici e funzionali, che riducono l’uso di materiali e minimizzano gli sprechi.
Anche la tecnologia, in questo senso, potrebbe dare una spinta interessante: l’adozione di codici QR che forniscono informazioni sulla sostenibilità o indicatori intelligenti che segnalano la freschezza del prodotto sono esempi di come la tecnologia sta rivoluzionando il packaging. Questi strumenti non solo migliorano l’esperienza del consumatore ma promuovono anche una maggiore consapevolezza ambientale.
Queste tendenze rappresentano solo l’inizio: con l’innovazione continua e la crescente domanda di soluzioni ecocompatibili, possiamo aspettarci ulteriori sviluppi nel prossimo futuro. La chiave, come sempre, sarà l’equilibrio tra funzionalità, estetica e responsabilità ambientale.
Società italiana appartenente interamente al Gruppo Spagnolo Ebro Foods, primo gruppo agroalimentare in Spagna, leader mondiale nel settore riso e secondo nel settore pasta, vanta una gamma di oltre 60 marchi distribuiti in tutto il mondo.
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