Il riso è un alimento caratterizzato da una lunga durata: proprio la possibilità di conservarlo e di trasportarlo rappresenta uno dei vantaggi di questo ingrediente ed è una delle ragioni della sua grande diffusione in tutto il mondo.
Il riso, specialmente nelle sue forme sgusciate o essiccate, può essere conservato per lunghi periodi senza perdere significativamente in qualità, purché sia tenuto in condizioni adeguate che riducano l’esposizione all’umidità e agli infestanti.
Per questi motivi, il riso è diventato un alimento ideale per le scorte di emergenza e per l’uso in contesti in cui altre fonti alimentari potrebbero essere meno affidabili. A ciò si aggiunge la possibilità di stoccarlo e trasportarlo facilmente senza la necessità di refrigerazione: questo ne ha facilitato il commercio e la distribuzione su vasta scala, rendendolo uno degli alimenti più importanti e accessibili a livello mondiale.
Tuttavia, affinché il prodotto rimanga inalterato, è bene utilizzare delle tecniche che permettano di conservarlo più a lungo possibile senza danneggiare le caratteristiche organolettiche.
La conservazione del riso non riguarda soltanto la fase post-vendita ma anche quella di produzione. In tale fase si parla, più propriamente, di conservazione del risone. Infatti, nel momento in cui il riso è ancora grezzo è più facile che venga attaccato da parassiti o che si deteriori a causa dell’umidità.
Questo processo inizia subito dopo la raccolta, quando il riso viene trasportato nei luoghi di stoccaggio per essere lavorato. La corretta conservazione del riso in questa fase ha come obiettivo quello di prevenire la degradazione e la perdita di nutrienti.
Nel corso dei secoli, le tecniche di conservazione del riso si sono basate su saggezza tradizionale e innovazioni tecnologiche.
Tradizionalmente, il riso veniva conservato in grandi silos o magazzini costruiti con materiali che favoriscono una buona ventilazione, come il legno o il mattone. L’essiccazione al sole era un metodo comune per ridurre il contenuto di umidità del riso fresco raccolto, al fine di prevenire la formazione di muffe e il degrado durante lo stoccaggio. Inoltre, in molte culture, pratiche come lo stoccaggio in sacchi di iuta o contenitori di ceramica aiutavano a mantenere l’ambiente di conservazione asciutto e protetto.
Oggi, le tecniche di conservazione del riso si avvalgono di tecnologie avanzate per migliorare ulteriormente l’efficacia della conservazione:
Queste innovazioni non solo migliorano l’efficienza della conservazione ma contribuiscono anche a rendere il processo più sostenibile. Ad esempio, l’uso di energie rinnovabili per alimentare i silos refrigerati e gli essiccatoi riduce l’impronta carbonica associata alla conservazione del riso.
Una volta che il riso è stato lavorato e commercializzato, mantenendo le caratteristiche ottimali, anche nella conservazione domestica vanno osservate alcune precauzioni.
Così come avviene in fase di lavorazione, le criticità per il mantenimento di questo cereale sono rappresentate dalle condizioni ambientali, in particolare dall’umidità, e dal possibile attacco da parte di parassiti.
Per questi motivi è bene osservare le seguenti indicazioni:
Società italiana appartenente interamente al Gruppo Spagnolo Ebro Foods, primo gruppo agroalimentare in Spagna, leader mondiale nel settore riso e secondo nel settore pasta, vanta una gamma di oltre 60 marchi distribuiti in tutto il mondo.
Mundi Riso S.r.l.
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