Dal chicco al piatto: il viaggio della produzione del riso

Il riso è uno degli alimenti più amati e consumati al mondo. La sua versatilità lo rende protagonista di infinite preparazioni, ma prima di arrivare sulle nostre tavole, ogni chicco compie un viaggio lungo e complesso, che unisce natura, tecnica e sapere umano. Dalla coltivazione alla lavorazione industriale, fino al confezionamento, il ciclo di produzione del riso è un modello di precisione, innovazione e rispetto per la qualità.

La coltivazione: il punto di partenza

Il viaggio del riso inizia nei campi, dove gli agricoltori preparano i terreni all’arrivo della primavera. In Italia, le aree più vocate alla coltivazione si trovano nella Pianura Padana, in particolare tra Piemonte e Lombardia. Le risaie, alimentate da un sistema di irrigazione complesso e virtuoso, garantiscono le condizioni ideali per la crescita delle piantine. La semina può avvenire a spaglio o per trapianto, e da subito richiede cura e monitoraggio.

Durante tutto il ciclo colturale, che dura circa cinque mesi, il livello dell’acqua viene regolato costantemente per proteggere le piante, favorirne lo sviluppo e contenere le infestanti. Questo metodo di coltivazione, chiamato sommersione, è una pratica tradizionale che contribuisce anche alla ricarica delle falde acquifere e alla biodiversità.

Tra campo e tecnologia: la raccolta e l’essiccazione

Tra fine estate e inizio autunno, quando le spighe sono mature e cariche di chicchi dorati, ha inizio la raccolta. Questo momento cruciale richiede condizioni climatiche favorevoli, con giornate asciutte che permettano un taglio efficiente e una rapida lavorazione. Le moderne mietitrebbie, dotate di tecnologie avanzate, non solo separano i chicchi dalla pianta, ma effettuano anche una prima selezione, riducendo la presenza di paglia e altri residui vegetali.
Il riso appena raccolto viene quindi trasportato in tempi brevissimi negli essiccatoi, per evitare alterazioni qualitative dovute all’umidità. L’essiccazione è una fase fondamentale: consente di portare il contenuto di umidità al di sotto del 14%, condizione indispensabile per conservare il riso in modo sicuro, prevenendo fermentazioni, muffe e deterioramenti. Una corretta essiccazione garantisce anche una lavorazione ottimale nelle fasi successive, preservando le caratteristiche del chicco.

Il passaggio all’industria nella produzione del riso

A questo punto, il riso grezzo, chiamato “risone”, è pronto per essere trasportato agli stabilimenti di lavorazione. Ed è qui che entrano in gioco realtà come Mundi Riso, cuore pulsante della risicoltura italiana, impegnate nel garantire la massima qualità nel delicato passaggio dal campo ai cicli produttivi industriali.

La selezione dei chicchi: dove nasce la qualità

Nei moderni stabilimenti di aziende risicole come Mundi Riso arrivano ogni anno tonnellate di risone. Il primo passo è la pulizia: il prodotto viene setacciato per eliminare corpi estranei come paglia, pietruzze o semi di altre piante. Successivamente, si procede con la sbramatura, fase in cui il riso viene privato della lolla, la parte esterna non commestibile.

A questo punto, il riso integrale può essere raffinato ulteriormente, fino a ottenere il classico riso bianco. Durante il processo, sofisticati sistemi di selezione ottica analizzano ogni chicco: forma, colore, dimensione e integrità vengono controllati per assicurare un prodotto uniforme e di alta qualità. Mundi Riso, in particolare, utilizza in queste fasi tecnologie di ultima generazione che garantiscono precisione e costanza.

La lavorazione: innovazione e sicurezza

Dopo la selezione, il riso viene sottoposto a una serie di lavorazioni meccaniche e controlli qualitativi. I metal detector e le macchine a raggi X verificano l’assenza di eventuali corpi estranei, mentre nei laboratori interni si effettuano analisi chimico-fisiche su ogni lotto per verificare parametri fondamentali come umidità, contenuto proteico, livello di amilosio e presenza di rotture.

Questo lavoro meticoloso è essenziale per rispondere agli standard richiesti dai clienti nazionali e internazionali. Da Mundi Riso, tra l’altro, le linee produttive sono progettate per coprire un’ampia gamma di esigenze, dal riso da risotto a quello per sushi, come nel caso del brand New Kenji: la parola chiave è dunque personalizzazione, sulla base delle esigenze di ogni cliente e della destinazione finale richiesta.

In ogni caso, tutte le fasi di lavorazione sono registrate e tracciate, in un processo che punta non solo alla qualità del prodotto, ma anche alla sua sicurezza e trasparenza.

Il confezionamento: prontezza ed efficienza

Una volta superati tutti i controlli, il riso viene confezionato. In questo passaggio, è fondamentale progettare un packaging che preservi la freschezza e le proprietà organolettiche dei chicchi, proteggendoli dall’azione dell’ossigeno e dell’umidità. Mundi Riso dispone di linee in grado di gestire vari formati: dai sacchetti da 500 g per il consumo domestico ai sacchi da 10 kg per la ristorazione e la vendita B2B. Il confezionamento avviene in atmosfera controllata e ogni confezione riporta le indicazioni obbligatorie e facoltative richieste dal cliente.

Anche la logistica è parte integrante del processo. I magazzini devono essere organizzati per rispondere con efficienza alle richieste del mercato, con una pianificazione che tenga conto della domanda, della stagionalità e delle preferenze dei diversi mercati internazionali.

Dal campo alla tavola: un processo fatto di valore

Il viaggio del riso è un esempio virtuoso di come tradizione e innovazione possano convivere in perfetto equilibrio, unendo gli antichi saperi agricoli alle tecniche più avanguardistiche dei giorni nostri. La filiera, dalla coltivazione alla confezione, è un percorso che valorizza ogni chicco, garantendo qualità, sicurezza e sostenibilità. E porta con sé, fase dopo fase, anche tutta la storia, il lavoro e la passione che concorrono a fare del riso italiano un prodotto di massima qualità.

Aziende come Mundi Riso rappresentano un punto di riferimento in questo processo: con il loro impegno quotidiano, l’investimento in tecnologie all’avanguardia e la cura per ogni dettaglio, dimostrano come l’eccellenza possa realmente nascere dalla combinazione di sapere agricolo, innovazione industriale e visione strategica.